Il fatto che la malattia sia al primo posto occulta la sofferenza!
L'esperienza della sofferenza ci permette di fare la scelta più giusta: Il recupero della storia del soggetto.
Che cos'è per l'uomo la sofferenza? Una grande sofferenza cambia il modo di vedere le cose. E' separazione.
La preghiera è attenzione pura e soltanto chi è vuoto può pregare e ascoltare.
(Padre Zilinsky)
Pregate, ma non troppo! (San Tommaso d'Aquino)
Vivere secondo il regno di Dio, significa vivere nel perdono.
Noi siamo soltanto mendicanti del cielo. (Padre Zilinsky)
Non si può dare quello che non hai: la pace! In primo luogo deve essere dentro di noi.
Bisogna lasciare che le cose accadano come devono accadere.
La dimensione è orizzontale e Dio è al servizio degli uomini.
Amo l'altro, perché è l'altro, senza perché.
Il vuoto si difende, non vuole che una forma lo torturi
(pensiero zen)
La Madonna: pensarla è una letizia festosa, lei ha difeso la morte.
UNA ASPIRAZIONE
Possa
io assumermi piena responsabilità per l'insieme della mia esperienza senza
timore, per le mie fantasie, i miei desideri, i miei pensieri e i miei fantasmi.
Possa io credere con fiducia che l'oscurità e il turbamento se affrontati
con spirito aperto precedono la comprensione.
Possa
io sapere che anche le persone che sono importanti per me rimangono o se
ne vanno.
Possa io accettare il fatto di non avere mai la sensazione di ricevere o
aver ricevuto tutto ciò che cerco.
Possa io riconoscere che la realtà non è obbligata nei miei riguardi, non
viene toccata da i miei desideri. La verità non ha l'obbligo di confermare
le mie convinzioni.
Possa io riconciliarmi con i limiti di quanto gli altri mi danno e del mio dare agli altri.
Possa io ricordare che finché non vedo il comportamento di un altro con compassione, non l'ho compreso.
Quando il cambiamento mi spaventa, possa io sceglierlo comunque sapendo che posso agire con paura, ma non a causa della paura.
Rispettando i limiti della libertà, possa io sapere che sono libero di coltivare qualsiasi pensiero voglia, e che non sonon libero di fare ciò che voglio.
Quando
sono sulla soglia del non sapere, possa io trattenermi dal ritirarmi.
La realtà che sperimentiamo è determinata da ciò a cui scegliamo di prestare attenzione e da come prestiamo attenzione
Il
parlare sarà lieve, non porterà alimento all'espansione dell'ego, né minaccia,
né volgarità, né troppa verbosità, se non lo stretto necessario per un effetto
benigno.
(Swami Veda Bharati)
Preghiera
dai riti dei Rosa Croce
Tu
sei Colui che ha sorriso nell'aurora del desiderio, al mattino del cominciamento
di tutto ciò che é, nell'alba radiosa della creazione delle forme.
Il tuo viso è Gloria
il tuo spirito é Potere
Il tuo cuore é Amore
Tu hai agitato il Caos senza forma, e tu hai comandato agli elementi
d'armonizzarsi nella bellezza dell'Essere.
Il tuo sorriso ha cominciato al primo attimo quando hai guardato la tua
Creatura,
Abbi pietà di me
Guardami: agita il caos che è in me.
Fai apparire in me la tua luce scintillante che dà
la Forma, la Bellezza, l'Armonia
Sorridi e fa che l'alba del mio mattino sia illuminata dal tuo grande Amore
State
molto attenti a far piangere una donna
che poi Dio conta le sue lacrime!
La donna è uscita dalla costola dell'uomo
Non dai piedi perchè dovesse essere calpestata
Nè dalla testa per essere superiore
Ma dal Fianco per essere uguale...
un po' più in basso del braccio per essere protetta
e dal lato del cuore per essere Amata.
(Dal
Talmud)
Il
dolore è la rottura dell'involucro che racchiude la vostra comprensione.
Come il nocciolo del frutto deve rompersi affinché il suo cuore possa
stare al sole, così voi dovete conoscere il dolore.
Se voi in cuore sapeste continuamente meravigliarvi dei miracoli quotidiani
della vostra vita, il dolore non vi sembrerebbe meno ammirevole della
gioia, e accettereste le stagioni del cuore, come avete sempre accettato
il passare delle stagioni sui campi, e vegliereste con serenità negli
inverni del vostro dolore.
Gran parte del vostro dolore viene scelto da voi stessi.
E' l'amara pozione con la quale il medico dentro di voi guarisce il vostro
io malato.
Perciò abbiate fede in lui e bevete il suo rimedio in silenzio e tranquillità,
poiché la sua mano, sebbene dura e pesante, è guidata dalla tenera mano
dell'Invisibile,
e la coppa che porge, malgrado scotti le labbra, è stata modellata con
la creta che il Vasaio ha inumidito con le Sue sante lacrime.
Da "Il Profeta" di Kahlil Gibran
l'albero del silenzio da i frutti della Pace
Proverbio indiano.
Un invito a partire
"Partire è anzitutto uscire da sé
Rompere quella crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel nostro "io".
Partire è smetterla di girare in tondo intorno a noi, come se fossimo al centro del mondo e della vita.
Partire è non lasciarci chiudere negli angusti problemi del piccolo mondo cui apparteniamo: qualunque sia l'importanza di questo nostro mondo l'umanità è più grande ed è essa che dobbiamo servire. Partire non è divorare chilometri, attraversare i mari, volare a velocità supersoniche.
Partire è innanzitutto aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro. Aprirci alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato di un buon camminatore.
E' possibile viaggiare da soli , Ma un buon camminatore sa che il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni.
Beato chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un compagno desiderato.
Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi. Intuisce il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove li trova. Li ascolta, con itelligenza e delicatezza, soprattutto con amore, ridà coraggio e gusto per camminare.
Camminare è andare verso qualche cosa: è prevedere l'arrivo, lo sbarco, Ma c'è cammino e cammino: partire è mettersi in marcia e aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia per costruire un mondo più giusto e umano."
(Helder Camara, Camminiamo la speranza)