Dal lutto all'azione.

Settembre 2008 - Da una mamma è arrivata questa bellissima poesia

Dalla Mamma di Giada a tutte le Mamme

Questa lettera è arrivata a Natasha, mamma di Dacia, per il suo compleanno.

 

EPIGRAFE

Quando partisti, come è nostra usanza,
inzepparono la cassa dei tuoi piccoli oggetti cari.
Ti misero l'ombrellino da sole
perché andavi in un torrido regno
e ti vestirono di bianco.
Eri ancora una bambina,
una bambina difficile a crescere.
Pure fosti accolta con rassegnata dolcezza,
custodita e portata alla luce
come matura la spiga in un campo esausto.
Io ricordo, sorella, il tuo pigolío
quando ti chiudevi a piangere sulla loggia
perché volevi andare sul tetto a stare.
Eri felice soltanto se potevi sollevarti un poco da terra.

Ti misero nella cassa gli oggetti più cari,
perfino una monetina d'oro nella mano
da dare al barcaiolo che ti avrebbe accompagnata
all'altra riva. Noi restammo di qua
nella grande casa che tu sapevi rivoltare come un sacco.
Per un po' di giorni nessuno ebbe voglia di riassestarla.
Ci raccogliemmo intorno al camino
pensando al tuo grande viaggio,
alla tristezza di mandarti sola in un paese sconosciuto.
La nonna stava ad aspettarci da anni.
Da anni nessuno di noi era stato chiamato.
Nell'immensa plaga, in quella lunga quarantena
come avete fatto a riconoscervi?

Ti avevamo messo dentro la cassa gli oggetti più cari,
il tuo ombrellino, il tuo pettine, un piccolo mazzo di fiori.
Mia madre ti seguiva ad ogni tappa, dalla casa
alla chiesa, dalla chiesa al cimitero.
Dava ricetto nella sua stanza ad ogni farfalla,
e tenne per lungo tempo la casa aperta
nella speranza che tu potessi tornare.

Un giorno una donna venne a bussare alla porta,
a dirci che ti aveva sognata.
La donna aveva una bimba malata, una tua compagna,
e tu l'avevi visitata.
Parlasti in sogno a quella donna, chiedesti qualcosa
che ella non sapeva: perché non sentiva in sogno
e tu parlavi e pareva che chiedessi una cosa
che nella confusione del distacco era stata dimenticata.
Mia madre rovistò tra le tue carte,
stette a lungo a cercare i tuoi quaderni a uno a uno.

Guardammo per l'ultima volta
la tua scrittura tenera, il tuo esile nome
scritto dalla tua piccola mano.
Furono legati con un nastro bianco i tuoi quaderni
che avevamo dimenticati. La bambina te li avrebbe portati.
Aggiustammo i tuoi quaderni nella cassa
della compagna che tu avevi prediletta.
Anch'essa venne vestita di bianco
nel torrido regno da cui nessuno è mai tornato.

Leonardo Sinisgalli - "Poesie di ieri" (Mondadori)

Verrai,
portato da un ricordo
piano ti sentirò camminare leggero
Come foglia portata dal vento
Vicino, più vicino
Impronta sulla pelle,
tepore dentro l'anima
a un tratto ti vedrò,

Dopo tutto quel tempo
Dopo averti quasi dimenticato
Basterà un nulla, un alito di vento

Un gioco di luci su di un volto
E tu ritornerai dove sei sempre stato

Resterai lì, dentro l'istante eterno
della sembianza che porto dentro me,
solo un momento riscaldarmi il cuore,
poi tornerai lontano,
nello scrigno cinto e prezioso
della stanza più chiara del mio cuore

Flaviana Landi

" La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento il tuo passo esistere
come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Mai nessuno s'è perduto,
tutto è verità e cammino"

Fernando Pessoa

Ascensione


E se me ne andrò,
mentre tu sei ancora qui...
Sappi che io continuo a vivere,
vibrando con diversa intensità,
dietro un sottile velo che il tuo sguardo
non può attraversare.
Tu non mi vedrai:
devi quindi avere fede.
Io attenderò il momento in cui di nuovo
potremo liberarci assieme in volo,
entrambi sapendo che l'altro è lì accanto.
Fino ad allora, vivi nella pienezza della vita.
E quando avrai bisogno di me,
sussurra appena il mio nome nel tuo cuore,
... e sarò lì.


Un vascello salpa e resto a guardare
finché non è possibile all'orizzonte;
e una voce vicino a me dice:
È scomparso.

Scomparso dove?
Scomparso alla mia vista, ecco tutto.

È sempre ugualmente grande come quando lo vedevo;
le misure diminuite e la perdita della vista
sono in me, non in lui.
E nel momento in cui la voce vicino a me dice:
È scomparso,
ci sono altri che lo vedono arrivare
e altre voci cominciano a gridare con gioia:
Eccolo che arriva!

È questo il morire



Dedicata a Gaia

Un Bambino


Un bambino
guardò una stella
e si mise a piangere.
Allora la stella disse
bambino perché piangi?
Allora il bambino disse
sei così lontana
non potrò mai toccarti.
Allora la stella rispose
bambino se io non fossi già nel tuo cuore
tu non potresti vedermi.

John Magliola



Dedicata dalla Mamma di Gaia a…una persona speciale


Non dovrebbe voler vivere colui che non vuole morire.
Perché la vita ci è data sotto la condizione della morte:
inutile perciò temere la morte: solo l'ignoto fa paura, ciò che è certo si aspetta con dignità.
Perché lamentarsi di una situazione in cui tutti ci troviamo, senza eccezione?
La legge più nobile della giustizia è l'uguaglianza.
Non sarebbe, quindi, leale biasimare la natura perché non ci serba una legge diversa dalla sua.
Ciò che essa ha unito, separerà, e ciò che essa ha separato riunirà.

L. A. Seneca

"Invocazione al Sé"
(Preghiera Vedica)


O Tu che sei me stesso, centro
luminoso del mio Essere,
scintilla divina del Tutto
MANIFESTATI nella mia mente
come luce e conoscenza,
RIVELATI nel mio cuore come Amore e Unità
ESPRIMITI nel mio corpo come attività ordinata
UTILIZZA tutta la mia personalità come canale e strumento di servizio
DAMMI l'intuizione per comprendere
il tuo proposito e la volontà per realizzarlo
RISVEGLIA la mia coscienza affinché
io possa finalmente riconoscermi e affermare
IO SONO TE! IO SONO TE!




a Giulia da Sara _____8-4-2002


(Cliccare per ingrandire)

Una lettera mai giunta

Caro Ale

mi ritrovo di nuovo qui a parlarti
e dall'ultima volta che ci siamo visti
mi sono cresciuti un po' più i capelli
gli occhi sono sempre più all'ingiù
e sorrido più di prima.

eppure stasera mi rivolgo a te
per farti tutti i complimenti più sinceri
perché mi sono resa conto
che non sarei mai stata in grado
di affrontare tutto ciò
che tu hai affrontato

Io sono qui
e faccio tanti giri di giostra
e tanti viaggi inutili
per un ginocchio che non mi consente
di correre forte come prima

Io sono qui che piango
che piango ancora
per amore
per rabbia
per piangere

Io sono ancora qui
che barcollo e mi barcameno
per le solite strade che tu hai conosciuto
e mi perdo per niente nelle piccole cose
e spesso mi dimentico di ciò che mi hai insegnato

Mi hai insegnato che comunque
qualunque cosa accada
un sorriso non guasta
che comunque fino a che si può
è meglio stringere con i denti questa vita
e plasmarla almeno agli angoli
per smussarne gli spigoli
perché in fondo non si sa mai
per quanto potremo averla ancora
per quanto la luna a forma di unghia
graffierà questa anima inquieta

e devo ammettere e confessarti
che tutto ciò che mi hai insegnato
non sono riuscita ad apprenderlo ancora
perché spesso vorrei gettarmi nell'abisso che mi risucchia
e mollare qualunque appiglio, e abbandonarmi

E tu che tutti i giorni
dovevi sentire la tua vita umiliata
dovevi perdere i tuoi capelli biondi
subire terribili interventi
tu che cambiavi colore
e che sapevi che il domani era un miracolo
tu consolavi tua madre
con quei sorrisi che in pochi sanno fare
e ti mostravi sereno
e stringevi con tutta la forza
quel poco che ti era rimasto

Ale, poi un giorno non hai più potuto
perché qua tutto è così bastardo
e mi chiedo spesso come mai
io così capricciosa rispetto a te
sia ancora qui, con i piedi per terra a parlare
ed a pensare a come fare
a cosa fare
per colmare il vuoto immobile che hai lasciato

Tutto quello che so stasera
è che comunque hai vinto lo stesso
non ti sei fatto umiliare dal dolore
ma anzi gli hai sorriso
e tutto ciò che spero adesso
è che tu sia da qualche altra parte
ed anche se non riesco a crederci
vorrei davvero Ale
vorrei con tutto il mio cuore
che tu stia a giocare tra una nuvola e un'altra
sfidando il cielo come un falco

Claudia del Michelangelo
(compagna di scuola, di anni 15, di Alexandru)